La corda da lancio è uno strumento di derivazione canoistica che serve a tutti gli effetti a recuperare un compagno di discesa che si trova in difficoltà in presenza di una quantità di acqua elevata.
La corda da lancio si compone di un sacchetto , solitamente in pvc o cordura con inserti in materiale espanso a celle chiuse che ne garantiscono la galleggiabilità, la sacca è chiusa da un cordino a strozzo che ne serra la bocca per evitare la fuoriuscita della corda, riposta al suo interno, nei momenti di non utilizzo.
Come accennato, all’interno del sacchetto in pvc vi è riposto un cordino galleggiante ,da 6 o 7 millimetri di diametro , solitamente di colore vivace, per la facile individuazione anche in presenza di acqua bianca, di una lunghezza non inferiore ai 15 metri.
E’ molto importante riporre con cura la corda nella sacca, facendo piccole anse e riponendo le stesse a strati in moto tale che, in fase di lancio, la corda fuoriesca fluidamente dalla sacca evitando la formazione di nodi e asole che potrebbero incastrarsi nelle asperità della roccia, rendendo difficile se non impossibile il recupero di chi si trova in difficoltà.
La corda è fissata al fondo della sacca con un nodo che non si deve sciogliere, solitamente vi sono due asole, sul fondo della sacchetta, dove annodare la corda, queste asole assolvono anche la funzione di far evacuare più velocemente l’acqua dall’interno della sacca.
Ve ne sono di vari modelli, il mio consiglio è quello di acquistarne una dalle dimensioni ridotte , sicuramente più versatile e meno ingombrante oltre che più leggera.
Da notare che il cordino della sacca da lancio non è omologato per essere utilizzato come corda da manovra o da calata, la struttura del cordino è ben diversa da quella di una corda normale e, non avendo al suo interno l’anima composta di trefoli, è a tutti gli effetti composta da una semplice calza esterna non adatta a sopportare grandi carichi.