Giorno 3
La giornata inizia presto, in effetti il giro è bello lungo, ore 07 al Porto di Terma già pronti con abbigliamento da avvicinamento e zaino in spalla. Petros puntualissimo, strana peculiarità per un isolano greco almeno per le mie esperienze passate, è già li che ci aspetta e ci carica nel cassone di un Pick-up alquanto vetusto.
Ci aspettano 30 minuti di ripida salita sterrata con tornanti anche molto stretti che richiedono l’uso delle ridotte e qualche manovra per essere superati, ma alla fine arriviamo in cima riuscendoci anche a godere il fantastico panorama che spazia per varie miglia nautiche.
Arriviamo alla fine della strada nei pressi di un ripetitore telefonico, da qui parte il lungo trekking, stimato in 3 ore, che ci condurra prima su una cresta, dove tra l‘altro finisce anche il sentiero, e poi scende nel grande impluvio del Giali Canyon. Da qui navighiamo a vista, tenedo un occhio sul gps e l’altro sulla strada, per cercare la via meno peggio da intraprendere tra bassi ginepri spinosi, roccie franose e ghiaioni per arrivare nell’impluvio.
In circa 2,5 ore riusciamo a raggiungere la nostra meta, la zona è verdeggiante e caratterizzata dalla presenza di numerosi grossi alberi alcuni dei quali spettacolari cresciuti selvaggi adattandosi ed incuneandosi tra le varie fenditure del terreno.
La forra inzia ampia con piccoli salti e piccoli incassamenti che fanno però ben sperare anche perchè incontriamo diversi affluenti che in poco tempo rendono lo scorrimento di tutto rispetto, senza però diventare minimamente preoccupante ma solo divertente e refrigerante.
Ad un certo punto la forra muta repentinamente, dietro una stretta curva ci appare infatti un tratto di canyon molto incassato, con pareti alte e levigate e con pozze finemente cesellate dalla poderosa forza dell’acqua nel corso dei millenni.
Questo tratto del Giali canyon è sicuramente il più incassato di tutta l’isola e probabilmente il più bello, dai colori e dalle caratteristiche che affascinano come i numerosi colombi che nidificano negli anfratti che si ripetono seguendo le stratificazioni della roccia; un ambiente vario e suggestivo.
Il canyon continua allargandosi gradualmente ma sempre in un ambiente maestoso anche se a tratti discontinuo.
La forra termina in bellezza con un bel tuffo da 10 mt in ampia e profonda pozza dal colore blu scuro, da qui ci attendono 20 minuti di greto dissestato dove è difficoltoso ripararsi dai raggi solari che ci fanno sudare non poco e agognare un ristoratore bagno in mare.
Siamo arrivati alla fine del canyon con circa 2 ore di anticipo!, avevamo concordato con Petros, e con gli aiuto mozzi Sirio e Alessandro di incontrarci in spiaggia per le ore 18….. ci aspetta una lunga attesa. Per fortuna il cellulare di Carlo si aggancia ad un ripetitore turco e riusciamo a dare la nostra posizione al gruppo di recupero che fortunatamente era già nei pressi del porto.
Attesa si, ma non tediosa , decidiamo di farci coccolare dalle acque del mare dai bassi fondali della spiaggia di Giali per oltre un ora, molto zen, quando in fine vediamo spuntare all’orizzonte il peschereccio di Petros con relativi aiutanti corredati di vettovaglie per poterci rifocillare! Come può finire meglio una gornata lunga ma decisamente gratificante?
Saliti sulla barca abbiamo pure la fortuna di poter ammirare dal mare l’alta scogliera che caratterizza questo angolo di isola assolutamnete disabitato, ma decisamente affascinante. La navigazione continua fino a quando non arriviamo sulla costa diciamo “civilizzata” niente case ma c’è almeno la strada, a questo punto Petros ci dice che lui non è autorizzato al trasporto passeggeri e quindi ci invita a tuffarci in acqua , a una quindicina di metri dalla riva, onde evitare problemi con la capitaneria di porto, ancora un pò scombussolati dalla improvvisa richiesta ci accorgiamo che il fratello di Petros ci aspetta a riva con il pikup per darci un passaggio fino alle auto.
Inutile dire che abbiamo a lungo ironizzato su questa avventura un pò da profughi si potrebbe dire!