In data 22/04/17 una squadra di 5 torrentisti facenti parte dei gruppi torrentistici CAI Como e CAI Sesto Calende sono entrati nella parte alta del torrente Casenda (per intenderci quella a monte della captazione) con l’obbiettivo di migliorare la qualità degli armi presenti.
Le condizioni degli armi presenti in torrente, prima di questo intervento, erano sufficienti alla discesa, ma in alcuni punti costringevano la discesa di più cascate con un unico armo a volte singolo.
Il lavoro si è concentrato in due fasi:
- integrazione degli armi preesistenti, quindi raddoppiando i punti singoli concatenandoli con catene e installando attacchi di partenza mancorrente dove la conformazione della discesa lo richiedesse.
- Incremento del numero di armi di calata, con relativi mancorrenti ove necessario, per evitare di dover concatenare più salti con la stessa corda.
Era stato Programmato un intervento di verifica per la settimana successiva, purtroppo lo stesso non è stato possibile per motivi personali, la verifica è stata posticipata più volte per impegni precedentemente presi con la scuola, di conseguenza la dovuto collaudo delle soste non è avvenuto nei tempi auspicati. Emerge chiaramente una mancanza di comunicazione tra le associazioni del settore che avrebbe potuto arginare il problema.
La SNS CAI sta collaborando con AIC per individuare un canale condiviso di divulgazione delle informazioni che possa essere usufruito da tutte le realtà del settore.
Preciso da subito che nulla di ciò che era presente in forra (piastrine o ancoraggi in generale) è stato portato via; il materiale è stato al massimo spostato in altro punto del torrente dove più idoneo.
In data 07/06/17 è stato segnalato un problema di tenuta di una delle catene istallate. A quanto riferito in prima istanza, uno degli armi istallati non rispecchiava i canoni di sicurezza per l’utilizzo, in un secondo momento è emerso che anche un secondo armo presentava le stesse problematiche.
In data 17/06/17 una squadra del soccorso alpino locale è entrata a verificare la situazione degli altri armi per valutare l’entità del problema.
In totale è stata riscontrata una problematica analoga su 4 fittoni dei 6 installati.
Gli armi a fix che sono stati istallati non hanno fatto emergere nessuna problematica.
Successivamente alla segnalazione del problema è stata fatta un’accurata indagine che ha coinvolto tutti i torrentisti presenti al fine di determinare quale fosse la causa scatenante.
Uno dei motivi per i quali la risposta ha tardato ad arrivare è proprio la scrupolosità con cui è stata analizzata la situazione, inutile fare uscire dei dati non confermati che avrebbero solo potuto alimentare una sterile caccia alle streghe, dal mio punto di vista contano i fatti.
Da questa verifica sono emersi i seguenti dati:
Il lavoro di foratura e preparazione del foro con relativo incavo è stato eseguito a regola d’arte, sono state verificate le procedura di istallazione usate e non sono emersi errori procedurali in tal senso.
- Gli armi sono stati istallati su roccia compatta, asciutta, non fessurata o disgregata.
- I fori sono stati eseguiti di diametro e profondità corrette.
- Gli scassi sono stati fatti di dimensioni adeguato.
- Il foro è stato pulito accuratamente .
- E’ stato usato un quantitativo di resina adeguata.
Dopo aver verificato più volte le procedure di installazione, l’indagine si è rivolta ai materiali utilizzati come: ancoraggi, resina ed accessori.
Le verifiche hanno dato i seguenti risultati:
- Sono stati utilizzati armi certificati dal produttore, di marca nota, adatti al fissaggio con resina.
- E’ stata utilizzata una resina bicomponente marca: Berner in flacone da 410 ml che si può facilmente reperire anche attaverso diversi rivenditori di materiale del settore outdoor.
- La resina è stata estrusa con con apposita pistola compatibile.
- Sono stati usati i beccucci miscelatori originali forniti in fase di acquisto.
- La resina non era scaduta ed è stata acquistata poco tempo prima dell’utilizzo per questo lavoro
- La resina è stata conservata in un luogo asciutto e fresco per evitarne il rapido degrado.
Il lavoro è stato interamente sponsorizzato da questi due gruppi, tutti i materiali utilizzati sono materiali certificati dal produttore.
Sono stati utilizzati i seguenti materiali :
- Fix Diam 10
- Placchette in acciaio con anello
- Punti intermedi a rapido innesto per mancorrente
- Catene per Fix
- Catene resinate
- Fittoni singoli resinati
Dalla relazione redatta dal gruppo Aic intervenuto in loco, in collaborazione con la GA Giacomelli, è emerso che l’indurimento della resina non è avvenuto del tutto o in parte e comunque, la resina, non essendosi catalizzata a dovere, non rispecchiava i canoni di sicurezza che ci si possa aspettare da un prodotto del genere.
In parole povere la miscelazione della resina, con le giuste percentuali, non è avvenuta correttamente e di conseguenza il prodotto estruso non si è solidificato adeguatamente.
Per correttezza di contenuti vi riporto testualmente la relazione pervenutaci da chi è stato presente durante la verifica degli armi:
“Premetto che siamo entrati con Giacomelli del CNSAS, ma comunque abbiamo deciso in accordo con lui.
Calata 2: alla partenza del mancorrente mancava un resinato, foro con ancora resina molle. Rimasto l’altro resinato vecchio. La sosta subito a valle teneva e l’abbiamo usata, ma poi, vista la sosta alla calata 3, è stata tolta anche questa per sicurezza. Infatti uno dei due resinati è uscito con due martellate. L’altro teneva ed è stato tagliato.
Calata 3: uno dei due resinati è uscito a mano con resina molle, l’altro, con due colpi di martello è venuto via anche quello. Messo fix 10 singolo per non lasciarla sguarnita.
Tutto il resto non è stato toccato.
In pratica abbiamo tolto i resinati nuovi. Abbiamo lasciato l’intermedio sull’ultima calata, che sembrava solido e comunque non lavorava in carico eccessivo”.
Un ulteriore indagine, più vasta sul territorio nazionale, ha fatto emergere che tale problematica non è la prima volta che si presenta, in particolare, utilizzando questa resina, ma è stata riscontrata anche con altri tipi di resina.
I tecnici del Soccorso Alpino hanno provveduto a rimuovere le due catene e il fittone che presentavano anomalie di tenuta o che comunque non avevano convinto a pieno il tecnico che ha analizzato la situazione sul posto.
Il soccorso alpino ha ora istallato dei nuovi armi.
SNS CAI ha ora intenzione, in collaborazione con Costacciaro, di fare diversi test di resistenza con vari tipi di roccia e diverse resine, anche conservate in maniera differente tra loro, proprio per sondare il più possibile questa problematica in modo da evitare che in futuro si possa ripresentare.
Non mancheremo di far partecipi tutti dei risultati di questi test, ovviamente sarà necessario del tempo per farli, ricordiamoci che siamo tutti volontari e lavoriamo per passione e il tempo che ci si può dedicare è quello che è!
Un ringraziamento è ovviamente dovuto al gruppo organizzatore del raduno Delebio 2017 per la collaborazione e per la messa in sicurezza della parte iniziale del torrente Casenda.
Siamo ovviamente disponibili a pubblicare repliche pertinenti contenenti informazioni verificate sull’argomento.
P.S. a chiarimento di alcune informazioni passate in questi giorni non coerenti con la verità, si specifica che il riattrezzamento del torrente Casenda non è stato fatto durante il corso di attrezzamento forre tenutosi nel mese di Maggio e organizzato da Cai Como.
Eric Lazarus Andrea Forni
Istruttore Nazionale di Torrentismo Istruttore di Torrentismo SNS CAI
Istruttore Nazionale di Speleologia Presidente O.T.T.O. Lombardia
Vice Direttore SNS CAI